Yo Shan Li – l’extracomunitaria asiatica
Molte sono le direttrici che menano al nostro paese, una
volta terra d'emigranti, da qualche tempo terra d'immigrati.
Un segno del cambiamento che in termine di qualche decennio ci ha portati da paese da piano Marshall, da aiutare, tanta era
l'indigenza, a paese opulento ed all'avanguardia. Almeno a parole se non
proprio nei fatti.
Così, anche perché probabilmente all'estero non appare evidente la vera realtà
delle cose, lo Stivale diventa metà ambita per tutti coloro
che sperano in una vita più facile e tranquilla.
Le direttrici tradizionali erano quelle provenienti dell'est Europa e dal nord
Africa alle quali, abbastanza recentemente, se n'è aggiunta una proveniente dai
paesi asiatici.
Ci sono molti che mal tollerano questa specie
d'invasione silenziosa. Debbo dire che a me
personalmente, almeno per quanto mi è dato di sapere, non ha provocato alcun problema,
anzi, se è lecito, più che provocarmelo, qualche problema me l'ha risolto se si
considera che colei che viene ora a darmi una mano in casa si chiama Setza.
Come Fiorella in italiano, ma non è italiana evidentemente.
Ma c'è un'immigrata asiatica che proprio non riesco a
mandare giù. Perché mi ha condizionato la vita. Perché è sfacciata, invadente, sfrontata, avida, intollerabile,
antipatica.
So com'è arrivata da noi. Ha approfittato di qualche nave carica di copertoni
d'auto. Si è mischiata in mezzo e si è fatta sbarcare insieme a loro.
Ha vissuto un certo periodo, nel corso dell'inverno, nel
deposito di stoccaggio e, con la buona stagione, ha cominciato ad uscire
all'aperto.
Approfittando della piovosità primaverile delle nostre latitudini, contando sul
fatto che non è facile accorgersi di lei, ha preso possesso di tutte le pozze
d'acqua che le capitavano a tiro, trovando in queste l'ambiente più confortevole
che le si potesse offrire.
Ha così iniziato la colonizzazione del nostro territorio.
"Italiani brava gente", recitava un film
degli anni '60, e brave possono essere considerate, alla luce dei fatti, le
concorrenti italiane di questa clandestina extracomunitaria.
Esse si sono sempre accontentate di scassare i cosiddetti soltanto la sera,
all'imbrunire. L'asiatica invece non si accontenta. Qualsiasi
ora del giorno, salvo le più calde, è buona per rompere.
Ricordo che una volta, d'estate, all'una, al rientro dal mare si mangiava
fuori, col fresco della brezza marina. Ora non ti puoi più azzardare.
Passavo ore intere a curare il giardino, a strappare le erbacce, togliere le
foglie secche, annaffiare. Ora invece, idem come sopra.
L'asiatica ha una specie di sesto senso. Percepisce il tuo odore, il tuo
respiro, sa che ci sei e, sebbene lontana un miglio, ti trova in un attimo e,
non vista, ti sottopone ad una specie di tortura il cui esito
non appare subito evidente ma si manifesta da lì a poco con un prurito
insopportabile ed una serie di bolle sparse su tutta la pelle scoperta.
L'unica difesa possibile è quella di coprirsi più che si può, ma anche in
questo caso è solo questione di tempo perché Yo Shan Li fiuta anche il più
piccolo lembo di pelle scoperto e prima o poi ti ci
lascia il segno.
Durante la costruzione della mia ultima bent, possino ammazzalla, m'ha martoriato!
Insomma, una vera e propria piaga degna di quelle d'Egitto di biblica memoria.
Una speranza alberga dentro di me alla luce delle esperienze del passato, e cioè che come è successo e sta succedendo per altre specie
non endemiche, piante ed animali, prima o poi sparisca dal nostro territorio.
Chissà però se ci sarò ancora e se potrò godere di
questa vittoria, di questa supremazia della nostra italianità su un barbaro
tentativo di colonizzazione silente.
Zanzara tigre, fanc...!!!
P.S: sono uscito a stendere i pochi panni da ciclista che avevo appena finito
di lavare. Senza precauzione alcuna. Yo Shan Li m'ha
beccato un'altra volta e mi sto grattando.
Adesso dovrei uscire per lavare la bici.
Mi posso mai coprire fino agli occhi co' 'sto caldo?!
Ri-fanc...!!!
Lo
Scozzese