Così, almeno per quest’anno, si è consumato anche questo primo raduno
cicloturistico in onore di Domenico Vannoli, amico ed appassionato ciclista
recentemente e tragicamente scomparso.
Alla manifestazione, prevista inizialmente per il 17 settembre
e rimandato a domenica 15 ottobre 2006 a causa del maltempo, ha partecipato
tutto il “gotha” del ciclismo locale: tutte le squadre hanno voluto manifestare
il loro affetto e la loro simpatia nei confronti di un collega appassionato ed
amico di tutti contribuendo con una nutrita rappresentanza.
Così all’appuntamento c’era la Anzio-Nettuno,
della quale Domenico era sostanzialmente artefice e titolare, per passare poi, in ordine di
maggior numero di presenti, alla Dimensione Colore di Nettuno, alla Nettuno
Bike, Bicimania di Lavinio, ASD Bar Nolfi di Anzio, Dell’Aguzzo. Anche numerosi
ciclisti “non allineati” hanno voluto rendere il loro omaggio allo scomparso;
il numero dei partecipanti è risultato così essere,
alla fine, di circa un centinaio di unità.
Giornata non particolarmente bella, tipicamente autunnale,
ma il tempo, con un pallido sole che faceva a tratti capolino
fra le nubi, questa volta ha voluto essere più clemente rispetto a quello della
data prevista in origine.
Esauriti gli adempimenti relativi all’iscrizione,
il cui costo è stato di sette Euro, a copertura delle spese organizzative e dei
premi toccati alle cinque squadre più numerose, oltre ad altri assegnati
mediante sorteggio nominativo, alle ore nove circa si è partiti.
Il percorso ha toccato le località di
Piscina Cardillo, Campoverde e Velletri, dove, precisamente a Santa Maria
dell’Orto, era fissato il giro di boa per far rientro a Nettuno dopo una
sosta di circa un quarto d’ora.
Sostanzialmente tranquilla la marcia del gruppo grazie alla
tolleranza degli automobilisti ed alla protezione fornita dall’auto che faceva
da battistrada e da un paio di motocicli di scorta.
L’andatura, quasi da granfondo piuttosto che cicloturistica,
ha comunque permesso quei fenomeni di aggregazione che
si palesano in tutte queste manifestazioni.
Così, ad esempio, è stato piacevole il potersi rincontrare
fra amici e conoscenti, appartenenti o meno alla stessa squadra ed avere
l’occasione per uno scambio di idee o semplicemente
per un saluto ed un caffè.
Il Presidente della società sportiva alla quale appartengo,
nel vedere questa frotta di ciclisti vestenti maglie diverse, ma comunque affiatati per il fatto che qui ci si conosce bene o
male un po’ tutti, considerava come ci sarebbe voluta l’iniziativa, il coraggio
e la volontà di qualcuno per riunirli sotto un’unica bandiera e formare
un’unica squadra locale, variegata, multiforme
e portentosa.
Mi sono rivolto a lui
approvando l’idea e, scherzosamente, spronando lui stesso a prendere
l’iniziativa.
Successivamente però, mi sono trovato a considerare
che il “miracolo” poteva essere considerato già compiuto: la persona che
l’aveva realizzato era proprio Domenico Vannoli, la scomparsa del quale, pur
seminando lo sconcerto all’interno della propria famiglia e dei ciclisti che lo
conoscevano ed avevano nei suoi confronti un apprezzamento ed una fiducia senza
pari, era perlomeno servita a riunire sotto quell’unica bandiera
della quale abbiamo parlato, almeno per un giorno, tutti gli appassionati
ciclisti della zona.
Ottobre 2006
Lo
Scozzese