Spero vivamente abbiate recentemente
letto, su questo stesso sito, l’articoletto “Cani? Niente paura!”.
Ebbene, per rimanere in tema, voglio raccontarvene un’altra
che m’è capitata recentissimamente.
Come già ebbi modo di dirvi, l’incontro con cani di diversa
specie, quantità e carattere, statisticamente e non a caso, avviene più spesso
quando uno fa un’uscita in solitaria.
Evidentemente i cani questo lo avvertono e, quando uno sta
in gruppo se ne stanno acquattati per fatti loro, mentre invece se uno sta
solo, acquisisce come d’incanto i polpacci più appetibili presenti sul globo
terracqueo.
I fatti. Come spesso recentemente mi succede, per ragioni
che non sto qui a spiegarvi, anche una di queste domeniche sono stato costretto
ad uscire da solo e…tràkkete…,arrivato all’altezza di un agglomerato di
prefabbricati utilizzati come alloggio di extracomunitari, da lontano ho
intravisto una schiera di innumerevoli cani di diversa taglia e colore,
organizzati in file compatte e ben allineate al centro della carreggiata. Un
vero e proprio manipolo di guastatori.
Si indovinavano già da lontano i loro sguardi torvi e
carichi di aspettativa, indubbiamente rivolti nel mia direzione; veri e propri
biechi sguardi “in cagnesco”, di chi
attendeva solo che arrivassi a tiro di zanna. Un rapido sguardo dietro le mie
spalle non ha potuto che confermare questa convinzione; era proprio me che
stavano puntando.
Come ho già avuto modo di dirvi, confido abbastanza sia sul
carattere non proprio bellicoso dei cani e sia sulle mia gambe, pronte, “in
extremis”, grazie anche ad un prevedibile versamento di adrenalina, ad un “rash” da veri velocisti. Così ho
cercato di non scompormi sia quando sono arrivato loro a tiro e sia quando mi
abbaiavano contro in tutte le lingue canine dell’est europeo. La mia salvezza a
questo punto è stata un improvviso intensificarsi del traffico il quale, quando
un grosso esemplare nero come la notte, la fuliggine, come l’inferno,
terrificante, di taglia 58 centro-centro già stava per porsi alla mia
ruota, ha creato un po’ di scompiglio
nelle fila ben disposte del plotone vanificando la loro perfetta organizzazione
di branco, retaggio atavico dell’origine lupina.
Ne ho approfittato e rapidamente sono passato oltre pensando
che la cosa fosse morta lì; invece il bello doveva ancora venire!
Sarà una vita che passo per quelle strade; d’altra parte lo
sapete meglio di me, di nuovo da percorrere in bici, ormai c’è ben poco da
scoprire. Solito panorama di casette rurali assonnate come solo la domenica
mattina lo possono essere, soliti campi ben allineati ed ordinati, il solito
canuccio nervoso (tanto per cambiare), che corre da una parte all’altra della
rete di recinzione. Quando ad un certo punto un altro strano abbaiare vicino,
si trasforma prima in un latrato e poi
in un ululato al quale rispondono in coro due, tre, quattro, innumerevoli altri
ululati. Una cosa assolutamente fuori del normale, lugubre, alla quale non si è
abituati e che m’ha richiamato alla mente vecchi e famosi film del tipo “Zanna
bianca” o cose del genere, quando in mezzo alla Taiga o nelle distese innevate
del Canada, orde di lupi affamati costringono alla difesa poveri viaggiatori o
cacciatori di pelli.
Mi sono guardato più attentamente intorno, per scoprire con
sollievo, che il panorama era sempre lo stesso: niente neve, solo terreno,
eucaliptus al posto di pini ed abeti, qualche vigna, coltivazioni di kiwi
latino. Ma guardando più attentamente, dietro ad un recinto ho visto i titolari
degli ululati. C’erano i lupi, veramente, giuro!
Sarà perché stavano dietro ad un serie di delimitazioni di
sicurezza, sarà perché la loro sagoma, tutto sommato, mi ricordava il pastore
tedesco, mi sono fermato incuriosito per la novità, chiedendo a me stesso come
avessi fatto a non accorgermene prima che lì ci fosse un allevamento di lupi!
E’ stato proprio in quel momento che, il capo branco
evidentemente, ha cominciato a dare altissimi salti nel tentativo di passare
oltre la rete e, non riuscendovi, ha cominciato a morderla ripetutamente
ringhiando con furore.
Inutile dire che, a questo punto, non posso raccontarvi
nessun altro particolare; darsela a gambe è stato giocoforza ed assennato.
Insomma, non solo cani, ma ormai anche i lupi minacciano le
nostre innocenti scorazzate?
Invito anche voi a scoprire come me, il luogo, una sorta di
“Taiga de noàntri”, dove innegabilmente hanno messo radici.
Lo Scozzese