Effetto “Cocoon”
Non so quanti di voi abbiano visto
e ricordino il film “Cocoon” del 1985.
Un gruppo d’alieni ritorna sulla Terra per recuperare alcuni
bozzoli del proprio popolo che avevano abbandonato
dietro di loro in una precedente visita.
Per non ricordo quale ragione, questi bozzoli stavano in una
piscina all’interno di un ricovero per anziani, i quali, bagnandosi in quell’acqua
acquistavano un’energia particolare e riassumevano atteggiamenti giovanili.
Molto divertente.
Un po’ come il mito della
Fonte dell’Eterna Giovinezza, molto diffuso in età medioevale, il quale
attraverso diversi passaggi che coinvolgono il mondo arabo dapprima e poi,
attraverso quest’ultimo la Spagna, ritornerà di nuovo
fino a noi per convincerci a vagheggiare l’esistenza di un luogo, collocato
all’interno del giardino dell’Eden, secondo alcuni, o presso la mitica città di
Shangri-là, secondo altri, con un’acqua in grado di
dare a chiunque si bagni in essa, la vigoria e la
carica giovanile.
Ora, in questo particolare caso il
passaggio dal mito alla realtà è direttamente sotto i nostri occhi e non
scopriamo nulla di nuovo: è facile infatti osservare
come chi riesce a praticare l’attività del ciclismo con una certa costanza,
sembra spesso vivere una specie di “giovinezza di ritorno”.
Numerosissimi sono gli “over 50”, fra i quali, se
permettete, orgogliosamente mi colloco, per i quali questa attività,
svolta secondo stili e modalità diverse, comunque ottiene il comune risultato
di riportarli indietro negli anni.
Ci sono coloro per i quali la bicicletta rappresenta una
fuga dalla realtà lavorativa che consente di “staccare la spina” per godersi,
da soli oppure con gli amici, qualche bel tracciato nel verde pensando solo a
regolare la cadenza della pedalata, a percepire i messaggi del proprio cuore oppure
ripensare a “quella volta che…”.
Ci sono degli altri che, sebbene raramente colpiti
dall’agonismo sfrenato, si dedicano a collezionare una lunga serie di granfondo.
Solitamente si punta a pochi appuntamenti mirati e preparati
con molta cura, pensando, se possibile, più al piazzamento in classifica della
propria squadra piuttosto che a quello individuale.
Parola d’ordine comune: “Vado piano…ma tanto arrivo”.
Naturalmente le eccezioni, come al
solito, non mancano ed è quindi facile trovare anche fra i “gentleman” ed i
“supergentleman” chi cura in corsa in modo esasperato la propria posizione e
quella dei propri avversari.
Si tratta in quest’ultimo caso di
persone che hanno praticato questo sport da sempre e che, quindi, quando si
ritrovano a pedalare, fanno uscire sempre e comunque
la vecchia grinta.
Ma è anche abbastanza facile trovare in mezzo a loro chi ha
scoperto il ciclismo solo in tarda età, magari sotto consiglio del medico, per
smaltire bacucche croste di colesterolo o trigliceridi
accumulate in anni ed anni di vita sedentaria, oppure coloro
che hanno riscoperto un amore giovanile troppo presto tradito per doveri
di carriera o di completa dedizione ai doveri familiari.
Ciò che accomuna, in ogni caso, queste variegate categorie di attempati pedalatori, è la comune convinzione di non
riuscire a rinunciare alle uscite sui pedali col proprio gruppo d’amici e
colleghi o all’emozione di schierarsi al via con altre migliaia di persone per
vivere l’emozione di una di quelle manifestazioni dal sapore epico, da
raccontare poi al proprio ritorno “ammorbando” all’infinito colleghi, amici,
mogli, figli e nipoti.
Altra cosa che li mette in comune, naturalmente premettendo
tutti gli scongiuri del caso, è quello della salute di ferro della quale
sembrano godere questi non più giovanissimi atleti.
Tutti affermano di sentirsi mediamente meglio dei propri
coetanei, di dormire bene, di non avere soverchi acciacchi ed anche di vivere
una significativa rinascita dell’attività sessuale.
A tavola ci si concedono “strappi” senza avere il timore di
dover fare, subito dopo, i conti con l’ago della bilancia. Le medicine spesso
scadono senza trovare uso da parte loro.
Insomma un vero e proprio “effetto Cocoon”
che, personalmente, mi auguro non si esaurisca mai.
Se lo sapessero anche le donne, per le quali il già esiguo
numero di esponenti si assottiglia ancora di più in
questa fascia di età, fino quasi a scomparire, sono certo che, oltre alle varie
“diete del minestrone”, “dieta punti” e
via discorrendo, avrebbero scoperto un incredibile strumento apportatore di
benefici di ogni genere, e noi, a partire dalla loro semplice presenza, ne
ricaveremmo qualcuno in più!
Lo
Scozzese