Cronaca delle due ruote 

 

 


Siam partiti, eccoci qui, multicolori,

una decina o poco più, cicloamatori.

Si discorre, “questo o quello?”, amabilmente

e del resto più a nessuno importa niente.

 

Er Dureis, er Campagnolo”. “Me cambio ‘a bici”.

“Dov’annàmo, Borgo Grappa, tu che dici?”

Me sta bene, dove sia sia, non ha influenza,

di pedalar, come voi, non so star senza”.

 

“L’importante  è che oggi piano andiate

è da ieri che c’ho le gambe un po’ inchiodate”.

Siii…venticinque, trenta al massimo o giù di lì”.

“Oggi proprio non c’ho intenzione de morì”.

 

Di Anzio il bar, la caserma, la stazione,

di Nettuno poi San Rocco… che distensione!

Tira uno, tocca a un altro, tutto tranquillo

ma il temporale s’avvicina, “manc’a dillo”.

 

Ormai fuori, non più traffico, …in campagna

più veloci or si va, e nessun si lagna.

Diradarsi, compattarsi, quest’è il gioco

e la meta s’avvicina a poco a poco.

 

Però dietro spunta un gruppo di Nettuno,

il passeggio non coinvolge più nessuno,

tutti chini allungati sul manubrio

ad evitar di perder l’equilibrio.

 

Incominciano a sfilar l’un dietro l’altro

il forte avanti, dietro poi sempre lo scaltro.

“Tira tu che tiro io!  Pìjaie ‘a rota!”

Un di noi, il più schietto, il sacco vòta:

 

“Guai a voi, siam le Frecce Arancionere,

 stuzzicati, i sorci verdi facciam vedere,

e a te incauto avversario pedalante,

or strappiamo d’un sol colpo le mutande!”

 

Allor subito: la “bagarre”; qualcuno arranca.

Troppo forte…, si ritrae…, il fiato manca.

Lungomare, salitella, un audace scappa.

Accidenti… siam già  quasi a Borgo Grappa!

 

Sembran stanchi! Fuggi avanti! Ti proteggo!

Tiro, spingo, aumento ancora, ma non reggo,

e  al “rasato” cresce ormai la convinzione:

“Non gestisci punto ben la situazione!”.

 

Il drappello dei più forti si prepara

nessun vuole qui non reggere alla gara.

Un ardito lancia infine la volata,

e la turba si scatena, indiavolata!

 

 

Duellante all’ultima pedalata

un di lor, ma rinvien la bici sverniciata

poiché un nostro, mulinante tal qual pazzo,

lo sorpassa immantinente come un razzo.

 

Fatto salvo è pur oggi il nostro onore

grazie ancora al coriaceo corridore.

Ei commenta, sottolinea, quindi chiede

per l’impresa  la “giustissima mercède”.

 

Ragion ha ‘sto piccolo portento.

Orsù, via, facciamolo contento!

Altrimenti non avvien più che lui ci tira.

“Vieni…a còso,  te meriti na mezza bira!

 

 

 

Lo Scozzese

                                                

 

 

 

Figura 1 - Il ciclista superato