Ciclobolario (dispensa n° 3) 

 

Padellòne: sm, sinonimo di “rapporto” (vedi). E’ voce dialettale più colorita. “Ho messo er padellone”, ho coinvolto la corona grande nella spinta dei pedali.

 

Passìsta: sm, identifica il ciclista dotato di caratteristiche fisiche tali da privilegiarlo nell’andatura in pianura o falsopiano. Quando si parla di passista che tira con ciò si identifica persona paziente ed altruista.

 

Pedalata: sf, il gesto più importante della pratica del ciclismo. Si estrinseca mediante un movimento alternato ed in sincrono delle due gambe e dei piedi. Il piede destro al punto morto superiore mentre il sinistro a quello inferiore. Il piede destro si proietta in avanti mentre contemporaneamente quello sinistro viene portato indietro nella posizione diametralmente opposta. Il piede destro raggiunge il punto morto inferiore ed il sinistro quello superiore, quindi viene proiettato in avanti il piede sinistro ed il destro portato indietro nel punto opposto. Il piede sinistro raggiunge il punto morto inferiore ed il destro si ritrova di nuovo al punto morto superiore.

La sequenza si ripete indefinitamente sempre uguale a se stessa. Gli studiosi non riescono ancora a determinare come un gesto così monotono riesca a generare un tale spasso. “Pedalata a stantuffo o quadrata”, gesto atletico del principiante, poco redditizio, che coinvolge ciascuna coppia gamba/piede solo dal punto morto superiore a quello inferiore. “Pedalata rotonda o economica”, al contrario della precedente coinvolge ciascuna coppia gamba/piede anche nel passaggio dal punto morto inferiore a quello superiore provocando un notevole aumento dell’efficienza. In quanto non istintiva richiede particolare allenamento ed applicazione e presuppone una situazione che non sempre si realizza, e cioè che il ciclista sia almeno consapevole della sua esistenza.

 

Rappòrto: sm, la combinazione fra ingranaggio anteriore e posteriore ma, più spesso, identifica solo l’ingranaggio anteriore più grande definito anche padellone (vedi). Duro da spingere soprattutto inserendo gli ingranaggi posteriori più piccoli. E’ d’uso comune da parte del passista (vedi) o da parte del principiante nel quale provoca rapidamente aumento dell’acido lattico e conseguenti crampi (vedi). Rapporto duro, faticoso da spingere, coinvolgente soprattutto il sistema muscolare. Rapporto agile, tale da muovere le gambe senza molto sforzo ma con grande velocità, coinvolgendo per una buona dose il sistema cardiocircolatorio oltre a quello muscolare. Semo iti de rapporto”, abbiamo affrontato la salita con determinazione, alla stregua dei fuoriclasse.

 

Sbarellà: vtr, denotare una condizione di super affaticamento tale da comportare anche la perdita del controllo del mezzo. Il ciclista che sbarella addrizza le curve, colpisce i marciapiedi, non riesce neanche più ad evitare le buche. Ahò, ma che stai a sbarellà?”, cerca di stare più attento a quello che fai.

 

Scalatore: sm, ciclista con conformazione fisica adatta a vincere la forza di gravità. E’ figura alla quale si attribuisce grande considerazione al punto che molti, per sentirsi apprezzati, si autodefiniscono tali senza però possederne i numeri.

 

Scauzzòne: sm, anche sgauzzòne. Ciclista non particolarmente dotato caratterizzato da frequente cotta (vedi). Si riferisce anche a personaggio dotato di bicicletta datata ed abbigliato in modo improbabile ed antiquato.

 

Smanettà: vint, l’azione di azionare il cambio nel tentativo, a volte impossibile, di trovare un

adeguato rapporto (vedi). E’ atto dall’esito disperato quando il ciclista stanco si trova ad affrontare l’ultima salita di una granfondo impegnativa. “E’ inutile che smanetti, c’hai la catena sur cerchione!”, hai già utilizzato tutti i pignoni a tua disposizione.

 

Succhià: vtr, l’azione di seguire da vicino il ciclista che precede nel tentativo di ottenere un avanzamento più agevole e dispendioso in termini di dispendio energetico. E’ uno dei verbi più in voga sia nel linguaggio giovanile che in quello maturo ed è verbo difettivo per la mancanza della prima persona singolare. stava a succhià la rota”, gli stava appiccicato come una sanguisuga. Mai stavo a succhià la rota”.

 

Succhiaròte: sm dispreg, colui che intraprende l’azione del succhiare (vedi). Si usa spesso per identificare colui che non è mai solito fornire un cambio (vedi). Si riscontrano alcuni soggetti che praticano questo metodo e si lamentano della velocità media realizzata dal gruppo. “Chìo fregno è ‘n succhiaròte, non è persona degna di considerazione.

 

Test F.T.C.M. sf, acronimo di Test Fattore di Tolleranza al Ciclismo da parte della Moglie. L’esame più importante propedeutico alla pratica del ciclismo amatoriale. Si considera consigliabile intraprendere questa pratica solo se la percentuale di F.T.C.M. si colloca fra il 60/70%. Per i granfondisti detta percentuale assume il valore di 80/90%.

 

Tirà: vtr, contrario di succhiare (vedi). L’azione di precedere il gruppo facendo da capofila. Essendo pratica assai faticosa, richiede doti atletiche particolari e pazienza nei confronti di chi pratica il verbo contrario. “Va a tirà cumpà!”, ritengo giusto che adesso sia tu a guidare il gruppo.

 

Zìg zàg: sm, modo particolare di procedere non in linea retta ma svoltando repentinamente ora da un lato ora dall’altro. E’ andatura caratteristica del ciclista colto da crisi (vedi) in salita. Viene usata nel tentativo di alleggerire la pendenza. E’ atto che normalmente precede l’appiedamento (vedi) e l’andare a capezza (vedi).

 

                                                                                              Lo Scozzese