Ciclisti a caccia di record

 

Ciclisti a caccia di record…folli. Guardate la foto. E’ stata scattata in Germania agli inizi degli anni ottanta e mostra una stranissima due ruote che per diverso tempo ha catalizzato l’attenzione di coloro che transitavano nei pressi della stazione ferroviaria di Colonia. Questa vera “esagerazione”, altro appellativo non può suscitare, era lunga 4, 40 metri ed era alta 2,10 metri. Il diametro di ciascuna ruota raggiungeva i 2 metri. Deve per forza essere scaturita dalla mente di un buontempone o da un soggetto comunque un po’ “sui generis” se si considera semplicemente la difficoltà per salirci e, successivamente, per scendere . Non parliamo poi del fatto di farla avanzare e rimanerci in equilibrio. Sarà mai stata usata o sarà stata costruita solo per guadagnarsi un posto d’onore nel “Guinness” dei primati?

Quello che è vero è che, in campo ciclistico, ci sono stati diversi soggetti che, volontariamente o meno, sono andati a cacci di record definibili folli. Voglio illustrarvene alcuni casi.

 

JOSE’ MAIFFRET, francese, nato nel 1913 e morto nel 1983, nel 1962 riuscì a percorrere un chilometro alla sbalorditiva media oraria di 204,778 km/h pedalando dietro un’auto munita di paravento. Ciò, se ce ne fosse ancora bisogno, dimostra come sia conveniente comportarsi da succhiaruote.

Il solo che sia riuscito a superarlo fu l’americano Allan Abbot il quale, sempre dietro un’auto, sempre da succhiaruote insomma, a Bonneville nel 1973 volò 1.609 metri all’incredibile velocità di 223,126 km/h. Quest’ultimo aveva già circa sessant’anni quando tornò alla carica e percorse in un’ora, dietro ad una moto, la distanza di km 109,113. Incredibile, no?

 

FERNAND MARQUENIE, belga, figlio di un giocatore di calcio, fratello di un pugile, corridore di classe, avrebbe sicuramente ottenuto dei grossi successi come “sprinter” se non fosse che qualcosa gli andò storto. Forse un guaio con la solita  femmina; “cherchez la femme”.

Decise perciò di arruolarsi nella Legione Straniera con la quale partecipò alla guerra nel Vietnam. Si dà per certo che sia stato fucilato dai vietminh.

 

AUGUSTE MALLET, francese, vissuto dal 1913 al 1946, è diventato famoso non tanto per le sue prestazioni come ciclista (14° al Tour del ’39 ed una mezza dozzina di vittorie in gare nazionali), ma per la sfortuna che l’ha perseguitato nel corso della sua pur breve esistenza.

In seguito ad una caduta nella Parigi-Roubaix del ’37, rimase oltre una settimana in coma.

Nel ’38, mentre stava disputando la Parigi-Nizza, un cane che gli aveva attraversato la strada lo fece rovinare a terra e riportò l’incrinatura del cranio.

Lo stesso anno, al Tour, fu investito da una vettura del seguito.

Durante la guerra, nel ’40 a Dunkerque, si ritrovò sotto un bombardamento e riportò ferite che lo costrinsero ad un riposo forzato per molto tempo.

Al campionato di Francia nel ’44 fu sbattuto a terra da una vettura.

Morì giovane, nel ’46, per essere stato investito da un camion.

Due volte decorato al valor militare.

 

Facciamo coralmente insieme le corna, altro che record!

 

                                                                                  Lo Scozzese