Accomuna e divide 

 

Domenica mattina, una delle tante di un’estate avanzata. Ore sette o giù di lì. Come di consueto al ritrovo stabilito arrivano alla spicciolata i soliti multicolori ciclisti. Arriva anche –A- con una tutina attillatissima che mette in evidenza muscoli che sprizzano energia, a cavallo di una bicicletta che non è mai uguale a se stessa: oggi cambiano le ruote,  domani la guarnitura, dopodomani la curva manubrio, nell’esasperata ricerca di una perfezione che non sarà mai raggiunta, soprattutto quando, a perseguire questo obiettivo, è qualcuno vittima di un’eterna insoddisfazione condita da una vena di un qualche larvato ma palese complesso. Il casco, leggero e filante e l’occhiale con le lenti rivolte un po’ all’insù, come le sopracciglia di Mefistofele, gli assicurano un’espressione minacciosa. I modi sono spavaldi, di uno che sa il fatto suo; occupa immediatamente la scena e non lascia spazio a nessun altro. Un vero protagonista.

Arriva anche –B- con una bicicletta di poche pretese, per certi versi anche un po’ antiquata: pignone ad otto rapporti, pesantissima, -A- lo sottolinea e lo marca spesso; la stessa da anni. Abbigliamento sobrio, assolutamente poco appariscente. Cerca anche lui di darsi un tono , ma il casco andrebbe bene anche per condirci l’insalata o gli spaghetti.

Che diversità di mezzi, modi ed atteggiamenti! Sembrerebbe che mai e poi mai questi due soggetti possano condividere più di un minuto in accordo. Eppure sono anni che fanno parte dello stesso gruppo e che escono insieme. Così sarà anche oggi. Condivideranno tutto, percorso, compagni , bar,  salite, discese, soste, magari disquisiranno anche sugli stessi argomenti.

 –A-, a tratti, sfogherà sicuramente le sue velleità, le salite sono il suo forte, -B- si terrà al coperto nella scia del gruppo azzardando qualche rarissima sortita. –A- arriverà in cima molto prima di –B-, ma poi lo aspetterà pazientemente.

Questo è il bello del ciclismo amatoriale: soggetti diversissimi per estrazione, cultura, età, situazione economica, preparazione e caratteristiche atletiche, godono dell’uscire in gruppi numerosi per condividere il piacere del vento che t’accarezza il volto e delle ruote che frusciano veloci all’unisono.

Che armonia. Un paradiso in terra. La pratica amatoriale del ciclismo…unisce!

Poi però qualcosa rompe gli equilibri; -B-, soltanto per evitare di intralciare il traffico in mezzo al paese azzarda, all’inizio di una salitella, un leggero allungo fino a sopravanzare –A-. Un vero e proprio affronto!

-A- si rivolge immediatamente ad un compagno che gli pedala al fianco ed indicando col naso –B- sentenzia: “Vedi? Anche i somari a volte tirano calci!”.

Morale: il ciclismo amatoriale unisce veramente, ma c’è sempre chi, agonista e competitore nella mente piuttosto che nei fatti, in un modo o nell’altro, crea occasioni di divisione.

Penso che a qualcuno che non abbia le nostre stesse opportunità economiche o capacità atletiche non debba, in nessun caso, essere riservato un tale trattamento ed una tale scarsa considerazione.

Consideriamo bene tutti che siamo “somari” in mezzo a “somari”; magari qualcuno è un po’ più dotato o, per sua fortuna, dispone di un mezzo più adeguato, ma da questo a sentirsi un purosangue in mezzo a raglianti e panciute bestie da soma, secondo il mio modesto avviso, ce ne corre.

Ho visto sorpassarmi insieme, lungo la salita che va da Leonessa al Terminillo, coloro che sono arrivati rispettivamente primo e secondo assoluto alla granfondo del Terminillo, appunto, del 2 luglio scorso; praticamente dei professionisti o giù di lì.

Malgrado la pendenza rasentasse in quel punto il nove percento mi hanno superato ad una velocità tale da farmi sobbalzare sulla sella. E avevano già fatto, nello stesso mio tempo, trenta km in più.

Se non lo avessi già capito prima, lì ho avuto la possibilità di verificare quale sia la reale differenza tra noi amatori e chi pratica questo sport a livello professionistico: un abisso.

“Quindi, a tutti gli  –A-, vi prego, abbassate le penne e cercate di non rovinarci l’armonia”.

 

                                                                       Lo Scozzese