Sono anni ed anni che la Befana passa e non lascia lo
straccio di un regalo.
Una volta ci dicevano che non dovevamo farci trovare svegli,
così anche quest’anno, ligi al nostro dovere, sono sicuro che siamo andati a
letto presto sognando doni favolosi, un nuovo telaio in carbonio, una coppia di
preziose ruote, e ci siamo dolcemente addormentati.
E invece niente di niente, non una camera d’aria, una
bustina di integratori, una serie di tip-top, niente.
Dannata vecchia, ormai s’è dimenticata completamente di noi.
Quest’anno però è stata la consueta goccia che fa traboccare
il vaso, e stanchi di questa deprecabile situazione, alcuni rappresentanti
delle squadre ciclistiche locali, si sono accordati per mettersi sulle sue
tracce, chiedere conto del perché di questa situazione e, se possibile, venire
a patti.
Mario (Dimensione Colore), Roberto (Bibby - Nettuno Bike),
Sergio e Giuseppe (Bepi) (entrambi ASD Bar Nolfi) , hanno preso l’iniziativa ed
essendo venuti a conoscenza che la vecchina era stata segnalata in viaggio sui
monti del viterbese, nelle vicinanze di S.Martino al Cimino in particolare,
hanno caricato in macchina l’unico mezzo adatto a darle la caccia attraverso le
strade impervie della zona, cioè le proprie “mountain bike” , e si sono avventurati
alla sua ricerca.
Due inseguitori in un’auto e due in un’altra, hanno iniziato
di buon mattino la caccia.
Trasferimento verso la zona di partenza, a ruota dell’auto
di Mario e Bibby, alla velocità massima consentita dalla proverbiale prudenza
alla guida di Sergio e Bepi. Di questi due soggetti si racconta che l’anno
passato, al ritorno da una delle più blasonate granfondo, mentre discorrevano
amabilmente, abbiano sentito picchiettare insistentemente e nervosamente sul
finestrino dell’auto. Erano le loro biciclette che trasportavano sopra al
tettuccio le quali volevano loro chiedere di farle scendere per potersene
tornare più rapidamente a casa coi propri mezzi.
Inutile dire come ciò, in questo caso, abbia giocato un
ruolo oltremodo negativo; la Befana infatti ha avuto tutto il tempo di
prendersi un ulteriore vantaggio.
Ma un rapidissimo approntamento dei mezzi e di tutto il
resto necessario alla ricerca, una volta arrivati in loco ha risolto in parte
la situazione ed ha dato loro modo di avere qualche speranza in più.
Eccoli allora, i nostri valorosi portavoce, avventurarsi
prima in una ripidissima discesa su strada asfaltata e poi in una strada in
falsopiano scavata in una gola di tufo in direzione dei monti e dei boschi dove
è probabile che la vecchina si trovi.
Ringraziando Iddio, Mario sembra conoscere a menadito la
zona; si scoprirà poi con sollievo che questa è la sua terra di nascita e
proprio qui ha una vecchia casetta.
La giornata non è delle migliori, ma la zona si rivela
stupenda; i paesi, a partire da S.Martino al Cimino con la sua abbazia
cistercense del 1150, il palazzo Doria Pamphilij e tutto il resto
dell’architettura urbana risalente al XVII secolo, sono incantevoli. I paesaggi
non lo sono da meno: gli etruschi non sceglievano a caso i luoghi dove
insediarsi.
I quattro ancora non lo sanno, ma è molto probabile che
parte del percorso lo abbiano fatto seguendo il tracciato dell’antica “via
francigena” , utilizzata dai pellegrini e che univa Roma con Santiago de
Compostela.
Ritorniamo ai nostri coraggiosi. Li vediamo ora affrontare,
non senza affanno, le prime pendici dei monti in mezzo ad una natura per lo più
incontaminata, vestita d’inverno, fra silenzi inusuali in mezzo ai quali anche
i rumori, assolutamente differenti rispetto a quelli ai quali siamo avvezzi,
assumono il carattere del silenzio.
Primo scollinamento e prima discesa ed è già la prima
vittima: Bepi, tradito dall’inesperienza ma anche dalla troppa paura che nutre
per i percorsi all’ingiù, senza alcun danno a sé ed al proprio cavallo assaggia
col sedere la nuda terra del bosco.
Mario, viceversa, sembra volare sulle asperità del terreno
con la sua bici: un vero funambolo.
I suoi consigli risulteranno preziosi:”Lasciate scorrere la
bicicletta, staccate il sedere dalla sella ed assumete una posizione
leggermente prona sul manubrio per attutire i colpi generati dal terreno
sconnesso. La bicicletta passa dappertutto, va assecondata.”
Bibby mette subito in pratica la lezione e le cose vanno
molto meglio. Infatti alla prima buca ricolma d’acqua va lungo ed inizia a
grufolare nel fango nel disperato tentativo di trovare un appiglio per alzarsi.
Lo trova appena in tempo; nelle vicinanze è in corso una
battuta al cinghiale ed è tutto un accorrere di cacciatori i quali, avvertito
il rumore caratteristico dell’animale alla ricerca del cibo, col colpo in
canna, quasi sbagliano drammaticamente obiettivo. Bibby è infangato dalla testa
ai piedi, ma anche lui è salvo, bici compresa.
Si riprende, discesa e salita, salita e discesa, boschi,
radure, sortite su asfalto. Troppo bello. Immersi in un chiacchiericcio, i
nostri si attardano e sembrano dimenticare l’obiettivo originario.
Ma ad un certo punto un grido; qualcuno ha trovato qualcosa.
La Befana deve essere passata di qui e senza dubbio deve aver perso uno dei
doni che non ha potuto consegnare. Si è sulla strada buona!
E’ Sergio che raccoglie il “regalo” : maledizione, erano una
serie di lancinanti crampi! Accorre Mario e si rivela anche un ottimo
massaggiatore.
Mestamente, con la bici a capezza, i due percorrono le poche
centinaia di metri che li separano dal punto ove si scollinerà di nuovo e dove
ad attenderli ci sono Bibby e Bepi.
Pochi commenti e poi giù di nuovo a rotta di collo per la
discesa. A Sergio sono passati i crampi ma non la stanchezza e, alla prima
forra del terreno, la becca in pieno proseguendo a volo d’angelo per qualche
metro per poi essere costretto anche lui ad assaggiare il buon sapore della
terra di bosco.
Anche lui miracolosamente salvo ma non la bicicletta che
accusa una contusione alla ruota posteriore ed è costretta ad ancheggiare
vistosamente nell’incedere.
La partita ormai è disperata; i quattro si rendono conto
che, almeno per questa volta, la vecchina ha vinto la partita, ormai è troppo
lontana, meglio desistere per il momento, ci sarà un’altra occasione.
Alla fine, a dispetto degli obiettivi originari, come sempre
accade quando si mette insieme un gruppo d’amici più o meno nutrito, non
sapendo cos’altro fare, finisce tutto “a tarallucci e vino”.
Tutti a casa di Mario. Rapido cambio d’abbigliamento, camino
acceso in attesa della brace e, come d’incanto appaiono quattro bistecche,
altrettante salsicce e bottiglie di vino rosso di diversa qualità che i nostri
consumeranno avidamente insieme a “pane unto”. Mario, promotore, animatore,
funambolo, massaggiatore, anfitrione ed ora anche cuoco, potrà spiegare a chi
lo chieda di cosa si tratti.
Alcuni hanno visitato recentemente il “forum” che sapete e
documentano un fatto singolare: Mario ha cambiato il motto col quale è solito
siglare i suoi interventi; ecco di seguito l’originale e quello nuovo.
“Chi
non ha mai pedalato in mountain bike ha perso una parte importante dello
spirito ciclistico. Non è mai troppo tardi. Illuminati!”
“Chi
non ha mai pedalato in mountain bike ha perso una parte importante dello
spirito ciclistico. Non è mai troppo tardi. Allèprati!”
ACCONTENTATO!
Lo
Scozzese